Itinerario Archeologico

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Tergeste Romana

Le tracce più antiche del centro urbano di Trieste si riconoscono nei resti della colonia romana di Tergeste, fondata verso la metà del I secolo a.C. e sviluppata sul versante nord-occidentale del colle di San Giusto, rivolto verso il mare Adriatico. La costa appariva più arretrata rispetto all’attuale e varie testimonianze delle strutture portuali sono state individuate lungo via del Teatro Romano e via Cavana: la banchina portuale, costruita in lastre di arenaria nel I – inizi II secolo d.C., rimase in funzione almeno fino al V secolo (alcuni resti sono visibili sotto la moderna pavimentazione di esercizi commerciali e strutture alberghiere della zona).
Nel 33-32 a.C. la città era stata circondata dalle mura, che persero ben presto la funzione difensiva, per essere sfruttate solo come terrazzamenti del pendio. La conformazione del terreno condizionò fin dall’inizio l’organizzazione urbanistica: si distinguono un’area legata al commercio, più vicina al porto, un quartiere prevalentemente residenziale sul versante e il centro politico, amministrativo e religioso sulla sommità del colle.

Propilei e Basilica Romana

Dove
piazza della Cattedrale
Come Arrivare
autobus n. 24

In cima al colle di San Giusto furono costruiti i principali edifici monumentali della Trieste romana. Dopo la metà del I secolo d.C., furono edificati il cosiddetto Propileo e nella fase originaria la Basilica civile. Il Propileo costituiva il monumentale ingresso ad un’area sacra recintata, che si suppone ospitasse il tempio capitolino. Era costituito da due grandi strutture laterali colonnate con al centro una scalinata. Le misure dei resti visibili palesano la grandiosità dell’opera.  Attualmente sono in parte inglobati nel campanile della cattedrale, mentre la parte sepolta nello spiazzo antistante, la scalinata e la struttura di destra, sono visibili scendendo nel cunicolo che si apre nel giardino dell’Orto Lapidario.  Nei lavori di sterro effettuati tra il 1929 ed il 1934 sono emersi, sul lato sinistro del Propileo, i resti della Basilica civile, un edificio a tre navate (dimensione m 88 x 23,50) con annessa, sul lato mare, una platea lastricata, il Foro o una parte di esso. Presso i romani la Basilica era un grande edificio pubblico eretto sul foro destinato alle sedute del tribunale e agli affari dei mercanti. Il Foro era il piazzale, circondato da edifici pubblici, dove i cittadini romani si radunavano per trattare gli affari.  Nel Medio Evo, al posto della Basilica romana sorsero il vescovado, un monastero e la chiesa di San Sergio (tutti ora scomparsi), mentre ai lati furono edificati la Cattedrale e il Castello (che ospita il Lapidario Tergestino con i resti lapidei provenienti dagli scavi della città).

Lapidario Tergestino

Dove:  piazza della Cattedrale, 3 – Castello di San Giusto

All’interno del cinquecentesco Bastione Lalio del Castello si articola un percorso espositivo che illustra la Tergeste romana attraverso i monumenti provenienti dall’area capitolina (area di S. Giusto: Basilica civile, Foro e Propileo), dai luoghi di culto (con dediche a Giove, Cibele, Silvano, Bona Dea, Ercole e Minerva), dalle mura, dal Teatro (serie di statue dalla scena) e dalle necropoli: are, stele, cippi, urne e sarcofagi che ricordano i nomi degli antichi tergestini. Una sala è dedicata ai mosaici provenienti dalla lussuosa villa marittima rinvenuta lungo la costa, presso Barcola (scavi non visibili). Databili tra la fine del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C., documentano il gusto raffinato dei ricchi proprietari che vollero imitare le ville di Augusto, Tiberio e Nerone. . [http://www.museostoriaeartetrieste.it/lapidariotergestino]

Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario

Dove: piazza della Cattedrale, 1

Museo ottocentesco che raccoglie le lapidi e i reperti della storia locale dalla preistoria all’epoca tardoantica, formatosi intorno al monumento di J.J. Winckelmann, ritenuto il padre dell’archeologia, morto assassinato a Trieste nel 1768. Il museo espone inoltre collezioni dall’Egitto, da Cipro, dalla Grecia e Magna Grecia, dall’Etruria e un piccolo nucleo di ceramiche maya da El Salvador. [http://www.museostoriaeartetrieste.it]

Arco di Riccardo

Dove: piazza Barbacan
Come Arrivare: autobus n.  24

Porta romana che mostra il rifacimento, attorno alla metà del I secolo d.C., di un passaggio nelle mura della città, fatte costruire da Augusto nel 33-32 a.C., ormai prive della loro funzione difensiva. È una costruzione semplice e solida ornata da lesene e da un motivo vegetale nel sottarco. La tradizione vuole che il suo nome sia legato al leggendario passaggio in città di Re Carlo Magno o di Riccardo Cuor di Leone. Può derivare invece dalla corruzione del nome del “cardo” (nome latino di una delle due vie principali delle città romane – l’altra è il decumano) o essere deformazione del termine “ricario”, magistratura medievale che doveva avere sede in questa zona.

Antiquarium

Dove: via del Seminario
Quando: sabato 10-12, o su richiesta tel. 040 4261411
Conserva un ampio tratto delle mura urbane (m. 2,40 di larghezza per m. 4 ca di altezza odierna), costituito da due paramenti in blocchetti di arenaria e riempimento “a sacco”. Alla sua base è attraversato da un canale per il deflusso delle acque provenienti dal fianco del colle. Tra metà del I e II secolo d.C. le mura persero la loro funzione difensiva e vennero riutilizzate quali strutture di terrazzamento e di contenimento, come dimostra una vasca pavimentata in cotto, forse usata per la lavorazione dell’olio, che vi si sovrappose.

Antiquarium e Sepolcreto

Dove: via Donota
Come arrivare: autobus n. 17, 18, 25, 28
Quando: giovedì 10-12, o su richiesta tel. 040 4261411.

L’Antiquarium è costituito da una zona archeologica e da una espositiva, quest’ultima collocata nella torre delle mura medievali, detta di Donota. I reperti esposti provengono dagli scavi effettuati a partire dagli anni ’80 del secolo scorso nella zona retrostante il Teatro Romano, lungo la via Donota e le sue adiacenze, nell’ambito di un esteso recupero edilizio. Gli scavi hanno portato alla luce a monte del Teatro, fuori dalla probabile cinta muraria romana, i resti di un’abitazione, costruita su piani diversi sfruttando il declivio della collina. L’edificio era sicuramente abitato nei primi decenni del I secolo d.C. e i ritrovamenti di intonaco affrescato, di una decorazione architettonica in stucco, oltre alla ceramica fine da mensa, testimoniano il livello di vita degli abitanti.  Alla metà del II secolo sulle strutture abitative completamente sepolte venne inserito un recinto di lastre calcaree di probabile destinazione funeraria. Dal IV al VI secolo l’area venne intensamente riutilizzata con la creazione di tombe a cassa e a fossa e per la sepoltura di bambini in anfore. Queste tombe riempirono tutto lo spazio e si estesero anche fuori dal recinto. In età medievale la zona venne occupata dalle mura cittadine.

Teatro Romano

Dove: via del Teatro Romano
Come Arrivare: autobus n. 5, 9, 10, 11, 17, 18, 24, 25, 30

In riva al mare, ai piedi del colle di San Giusto, i Romani costruirono un grande teatro capace di contenere 3.500 spettatori. Rimangono la parte inferiore delle gradinate in mattoni (parzialmente rifatte), il grande muro che chiudeva a semicerchio la parte destinata al pubblico, mentre del palcoscenico, che era ricoperto in legno, rimane la “fossa” e della scena solo alcune strutture: doveva essere alta due piani, mossa da porte, colonne e sculture (ora esposte presso il Lapidario Tergestino, nel Castello di San Giusto). In tre iscrizioni dell’epoca di Traiano compare il nome di Q. Petronio Modesto, un illustre personaggio tergestino che finanziò i lavori di ristrutturazione e abbellimento del teatro nei primi anni del II secolo d.C. (la fase originaria dell’edificio si fa risalire alla metà del secolo precedente). Come gli altri monumenti romani subì la spoliazione delle pietre pregiate.
Divenne così il solido fondamento per le case che vi si costruirono sopra. Fu individuato nel 1814 da Pietro Nobile, guidato dal nome del luogo “Rena vecia” (Arena vecchia), ma solo nel 1938 venne portato alla luce in seguito ai grandi lavori di demolizione e di riqualificazione urbana.

Torrione tardoantico

Dove: via del Teatro Romano

In via del Teatro Romano, alla base della scalinata della chiesa di Santa Maria Maggiore, è visibile un torrione che apparteneva alla cinta difensiva eretta tra fine IV e inizio V secolo d.C. In esso sono stati utilizzati anche materiali di recupero: si riconoscono blocchi lavorati appartenenti a monumenti funerari e forse al limitrofo Teatro Romano.

Struttura a pilastri

Dove: via dei Capitelli

Alla base della via dei Capitelli, che ricalca uno degli assi viari romani principali per l’ascesa verso la sommità del colle, si nota la parte inferiore di una porta monumentale che segnava il passaggio tra l’area vicina al porto e il quartiere residenziale sulle pendici dell’altura: era costituita da quattro pilastri in calcare d’Aurisina, decorati con girali vegetali e colonne scanalate agli angoli. In epoca tardoantica venne murata con finalità difensive.

Frantoio

Dove: via dei Capitelli

All’interno dell’edificio di via dei Capitelli 8 è visibile un frantoio per olive realizzato nel V secolo riutilizzando un blocco parallelepipedo decorato appartenuto a un monumento funerario di I secolo d.C. Nella stessa area è stato riconosciuto un tratto di strada coeva con una porta della cinta tarda, riconosciuta poco a monte, all’incrocio con via Crosada.

Zona archeologica

Dove: area di Crosada
In questa zona estesi scavi hanno portato alla luce parte del sistema di terrazzamento su cui poggiavano le abitazioni soprastanti, come le prestigiose domus di via Barbacan, articolate su terrazzamenti e divise in una zona rustica destinata alle attività domestiche e un settore residenziale, decorato da raffinati mosaici e affreschi. L’area è stata protetta per una futura valorizzazione.


Basilica Paleocristiana

Dove: via Madonna del Mare 11
Come Arrivare: autobus  n. 24
Quando: mercoledì 10-12, o su richiesta tel. 040 4261411.

I resti di una Basilica paleocristiana extraurbana e cimiteriale sono stati parzialmente messi in luce negli anni Sessanta. Di particolare interesse sono i due pavimenti musivi sovrapposti, appartenuti a due fasi di uso dell’edificio sacro, riferibili rispettivamente alla fine del IV – inizi V secolo e al VI secolo. Nel presbiterio, sopraelevato rispetto all’aula, si riconosce un loculo per le reliquie, posto probabilmente sotto la lastra dell’altare. La Basilica testimonia l’importanza e la ricchezza della Chiesa triestina: nelle iscrizioni inserite nel pavimento musivo è nominata per la prima volta la Sancta Ecclesia Tergestina e sono ricordati i nomi di vari donatori, anche di origine greca e orientale, eco dei vivaci rapporti intrattenuti dalla città con quelle regioni.

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